Koinonia Agosto-Settembre 2021
BASTA CONTINUARE A DIRCELO?
Gli esseri umani vivono costantemente situazioni di crisi di tutti i tipi, compresa oggi una crisi esistenziale in molti paesi europei; e, cosa più difficile da accettare per i cattolici, che «non siamo nella cristianità, non più! Oggi non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati. Abbiamo pertanto bisogno di un cambiamento di mentalità pastorale, che non vuol dire passare a una pastorale relativistica. Non siamo più in un regime di cristianità perché la fede - specialmente in Europa, ma pure in gran parte dell’Occidente - non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata». Un momento: non pensi il lettore che queste siano parole di qualche autore; sono parole che papa Francesco ha pronunciato il 21 dicembre 2019, porgendo l’augurio natalizio alla Curia romana […]. Non è finito il cristianesimo; è finita la cristianità, ossia quel sistema che - nel bene e nel male - aveva creato un’alleanza tra chiesa e società, tra cristianesimo e cultura, tra religione evangelica e religione civile. Anche nel bene, certo: una certa osmosi di valori facilitava la condivisione di idee, metodi e obiettivi; una buona consonanza di interessi permetteva alle comunità cristiane di offrire un apporto culturale e cultuale apprezzato, omogeneo a quel complesso di idee «comuni», fino alla condivisione della «legge naturale», che incrociava addirittura diverse visioni della vita e differenti parti politiche. Ma tutto questo è caduto: in Francia prima che in Italia; ma inevitabilmente anche in Italia, a ruota della Francia
Mons. Erio Castellucci
Arcivescovo di Modena-Nonantola
in “Avvenire” del 2 settembre 2021