Koinonia Marzo 2018


ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI POLITICHE IN ITALIA

Tra radici e futuro

 

ABSTRACT – La Costituzione della Repubblica ha compiuto 70 anni, e i suoi princìpi continuano a nutrire e a custodire la democrazia italiana. È stata generata da un evento di «coscienza sociale» maturato dopo l’umiliazione della guerra ed è il frutto di un incontro di tradizioni molto diverse tra loro: la cultura delle libertà della tradizione liberale, il solidarismo e il personalismo cristiano, le istanze ugualitarie e dei diritti della sinistra. Mai come in questo tempo il Paese è chiamato a fare memoria: la maggioranza dei cittadini, infatti, ha ereditato un dono di cui a volte fatica a percepire il valore e a ricordare il costo.

 

Alla vigilia delle elezioni politiche, sottolineiamo dunque 5 criteri per esprimere un voto responsabile proprio attraverso i princìpi della Costituzione.

 

1.Anzitutto, l’attenzione ai programmi dei partiti per scegliere quelli che costruiscono invece di demolire, che vanno oltre gli slogan elettorali e al di là di singoli temi della campagna elettorale. I programmi non sono neutri rispetto ai valori: il cittadino maturo ha il compito di calcolare i costi e le conseguenze di ogni scelta.

 

2.Lo spirito costituzionale ci porta a un secondo punto: la scelta del candidato oltre lo storytelling. Contano l’esperienza amministrativa, la capacità di visione politica, le esperienze fatte, la trasparenza. In una parola, la sua affidabilità.

 

3.Un terzo criterio è quello della cultura costituzionale dei partiti e dei loro leader. Dai lavori della Costituente sull’art. 67 della Costituzione si comprende perché l’eletto debba agire senza vincolo di mandato, che significa assenza di legame e di interesse corporativo dell’eletto. I parlamentari, come tutti gli amministratori pubblici, sono portatori «soltanto» di un interesse generale.

 

4.Un quarto criterio è valutare le coalizioni di governo più che le coalizioni elettorali. Lo ribadiamo: la nuova legge elettorale (n. 165/2017), che introduce un sistema misto proporzionale e maggioritario, premia la rappresentanza sulla governabilità.

 

5.Ultimo criterio: la complessità del voto contro la sua semplificazione. Davanti al rischio di semplificare in «bianco o nero», occorre saper discernere le sfumature, perché la realtà è complessa. Altrimenti prevarrà il fenomeno sociale definito «gentismo».

 

Il diritto al voto è una conquista sociale, e se ne comprende il valore nei contesti in cui è negato. Per arginare l’astensione, che anzitutto è una rinuncia al cambiamento, il presidente Mattarella ha rivolto un appello a favore della partecipazione: «Nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese».

 

È, questa, la consapevolezza che la libertà esiste solo là dove si vivono partecipazione e responsabilità.

 

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