Koinonia Aprile 2016
NEL GIUBILEO DELL’ORDINE DEI PREDICATORI
Le parole del P.Chenu sono retrospettive e prospettiche insieme; mettono a fuoco il passaggio che stiamo vivendo, per fare del Giubileo dell’Ordine dei Predicatori un motivo di ripensamento del mandato a “predicare il vangelo”, dove vangelo è l’orizzonte a cui guardiamo mentre la predicazione è la stella polare che ci orienta. Se dove andare ci viene indicato via via dalle situazioni che ci vengono incontro (segni dei tempi), il modo con cui procedere viene suggerito dalla corrente spirituale nella quale ci muoviamo. Nel nostro caso quella domenicana di “casa di predicazione”.
In questa prospettiva, si è parlato altre volte di una chiesa in forma-convento su basi evangeliche, quale alternativa alla forma-parrocchia (gerarchica, territoriale, di appartenenza). Naturalmente il discorso si è dissolto in uno spazio istituzionale pienamente integrato nel sistema chiesa costituita e stagionata. Ma ciò non impedisce di tornare a ripeterlo, nella semplice convinzione che sia urgente uscire da situazioni ibride che tutto omologano e che non arrivano mai ad una decantazione di scelte diverse. Per cui ogni volontà di riforma va a rimbalzare sul muro di gomma dell’esistente.
Certamente sono stati costruiti conventi, che peraltro rischiano di diventare fortezze o musei, cattedrali nel deserto. Ma proprio per questo ci viene ricordato che c’è un convento interiore la cui cella è il mondo ed il cui chiostro è il mare, fatto di pietre vive ma senza mura. Possiamo ricordare P.Turoldo quando dice: “Più non abitate conventi di pietra/ perché il cuore non sia di sasso! / Liberi, o monaci, tornate/ senza bisaccia, nudi/ i piedi sull’asfalto./ Sia il mondo / il vostro monastero”.
Se davvero vogliamo un “vangelo sine glossa”, non solo è da evitare di sommergerlo in un cumulo di parole altre, ma è da svincolare dallo stato di integrazione e contraffazione in cui si trova nel contesto religioso attuale. Questa operazione però non è indolore, e quanti davvero vogliono diventare pietre vive per essere costruiti “come edificio spirituale” (1Pt 2,5), non possono pensare di avere alternative già pronte in cui adagiarsi. Troppo spesso una volontà di riforma ha lasciato posto al facile accomodamento nel mercato delle soluzioni prêt-à-porter!
ABS