LA NOTTE DI SAN BARTOLOMEO

 

Nei soppalchi delle dimore antiche

dei gufi insonni le vitree pupille

occhieggiano, funerea luminaria,

di fine agosto nella notturna aria.

                                  

                                   Nel silenzio gravato di incognite

                                   lugubre intona un canto la civetta,

                                   presaga che le sorti parigine

                                   avran prima dell’alba triste fine.

 

Con le ali spiegate i pipistrelli

volan bassi e radenti intorno al viso,

invisibile e schifosa ragnatela

tessendo, sì che il sangue si raggela.

                                  

                                   Nel coro della chiesa il crocifisso,

                                   esausto di bontà e di sofferenza,

                                   sangue trasuda invocando perdono

                                   come al tempo del mistico abbandono.

 

L’apostol da un altare laterale

sorge dolente da un lungo riposo

e quella pelle che gli fu strappata

ridona come offerta consacrata.

                                  

                                   Case e strade si riempiono improvvise

                                   di gemiti, di grida e di ululati.

                                   Pianga chi ha in cuore sentimenti umani:

                                   i cristiani massacrano i cristiani.

 

Ettore De Giorgis

 

 

SCHEDA - NOTTE DI SAN BARTOLOMEO

 

Si dà questo nome all’episodio più famoso delle lotte tra  cattolici e protestanti nell’età della Controriforma.

 

Nella  notte fra il 23 ed il 24 agosto 1572 il popolo  di  Parigi scatenò una feroce caccia all’uomo contro gli ugonotti (così  venivano  chiamati i calvinisti francesi, dal  tedesco  Eidgenosse, "confederato",  con riferimento alla provenienza  del  calvinismo dalla confederazione elvetica).

 

Le vittime del massacro furono più di 3.000 in città e da  12.000 a  20.000 nella provincia. Lo stesso capo della  parte  ugonotta, l’ammiraglio di Coligny, fu ucciso a tradimento.

 

La  responsabilità della strage fu assunta dalla regina  reggente Caterina dei Medici, che all’inizio aveva tentato di agire da mediatrice nelle lotte religiose, ma poi aveva cambiato linea politica, preoccupata per il potere che gli ugonotti andavano  acquistando  dopo l’editto di S.Germano (8 agosto 1570) che aveva  garantito loro la libertà di culto ed il possesso di quattro  piazzeforti.




.