AL MARGINE DEL PLENILUNIO

 

 

In ricordo di Edy

 

L'ancora acerbo oscillare di luna

sfiorando i palmeti che cingono il mare

trasuda inudito un sussurro fatale

che ansioso trascorre e sorride poi geme nell'aria che imbruna.

 

Gemme d'oro e d'incenso sul tuo viso

profumi suonavan d'eterei splendori

e come di sera frusciavano i voli

e noi che pensavamo che fosse immune da morte il sorriso.

 

La luna noi vedrem tonda domani

invece consunto per te si è il cammino

perché la vigilia tagliato fu il fieno

e tutti lasciasti silente soltanto agitando le mani.

 

Nostra Signora che soffrendo vai

in visita al pianto di cener cosparso

di mesta dolcezza un tiepido sorso

riversa sul nostro abbandono   che in croce riposi oramai.

 

Ettore De Giorgis

Belem, 8-9 agosto 1987

 

 




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