Koinonia Gennaio 2024
Il giorno 11 gennaio scorso, in via Gianfrancesco Pagnini 29, Firenze, sono state collocate tre pietre d'inciampo in memoria di tre deportati ad Auschwitz che non fecero ritorno: Rodolfo, Enzo e Stella Passigli. Si tratta del padre, zio e nonna di una persona che i lettori di Koinonia conoscono e apprezzano molto: Vera Passigli. La cerimonia si è svolta alla presenza di una deputazione del Comune di Firenze, della Comunità israelitica fiorentina, dell'Associazione nazionale ex internati nei lager nazisti, di una scolaresca, oltre ai parenti e ai numerosi amici.
NULLA DAVVERO È STATO DISTRUTTO
Di nonna Stella, mio padre Rodolfo e suo fratello Enzo ho dei bellissimi ricordi. All’epoca vivevamo tra Roma e Firenze. A Roma mio padre lavorava come funzionario delle Ferrovie dello stato e il giorno che fu mandato via a causa delle leggi razziali lo ricordo piangere disperatamente con la testa china sul tavolo di cucina. Io avevo solo 7 anni ed ero troppo piccola per capire, lui di anni ne aveva 39 e non si rassegnava, per lui fu un grande dolore, amava il suo lavoro e i colleghi, che infatti tornava a trovare di tanto in tanto e che continuarono sempre a dimostrargli un grande affetto. A Firenze invece vivevano la nonna Stella e zio Enzo, che si dedicavano al nostro negozio di stoffe in Borgo San Lorenzo; ricordo ancora l’odore delle antiche stigliature e il metro di legno con cui noi bambine giocavamo misurando le stoffe. Non so come, quel metro si è salvato e oggi mia figlia lo conserva nella sua casa di Roma. La vita a Firenze era magica: c’erano le gite in carrozza, le passeggiate ai giardini, le serate all’Opera di cui tutti e tre erano appassionati e conoscevano le arie a memoria – mio padre le cantava persino la mattina mentre si faceva la barba. Suo fratello, zio Enzo, era un uomo mite, amava moltissimo la montagna e appena poteva andava a Cortina, ma sopra ogni cosa amava sua madre. Nonna Stella era affettuosissima, ogni volta che noi bimbe eravamo da lei a Firenze era una festa, qualsiasi nostro desiderio era esaudito – una borsetta, un anellino, un nuovo paio di scarpe, caramelle e gelati -, ma il ricordo più dolce e intenso che ho di lei è quando ci dava la benedizione, tutte le sere prima di dormire e poi al Tempio che per Kippur era tutto illuminato.
Sono stati presi i primi di marzo del 1944, pare per una soffiata. Quando arrivarono alle Murate, qualcuno vedendo la nonna molto anziana le disse che lei poteva tornare a casa; lei allora fece il giro dei conoscenti, raccontò cosa era successo e poi fece ritorno dai suoi figli: “Dove sono loro, sono anche io” dice.
E poi l’ultimo miglio: da Firenze a Fossoli e il 5 aprile da Fossoli ad Auschwitz. Il loro convoglio, il n.9, arriva il 10 aprile.
Dopo la guerra sono tornata a Firenze, della casa dove abbiamo vissuto i nostri giorni magici erano rimasti solo pochi oggetti che ho portato via con me. Ma quello che conta sopra ogni cosa è che quel tempo, nonna Stella, mio padre Rodolfo e zio Enzo hanno continuato a vivere dentro ognuno di noi, dentro di me, dentro le mie sorelle, dentro mia figlia e i miei nipoti, protetti in una dimensione forte e insieme impalpabile, lì dove nessuna mano nemica potrà mai portare distruzione e annientamento. Siamo qui, sono qui. Nulla davvero è stato distrutto.
Vera Passigli
Rodolfo Passigli nato a Firenze il 12 marzo 1899 – 45 anni al momento della deportazione
Enzo Passigli nato a Firenze il 27 luglio 1896 – 48 anni al momento della deportazione
Stella Passigli nata a Firenze il 17 ottobre 1867 – 77 anni al momento della deportazione