Koinonia Settembre 2022


RICORDANDO DON MARIO MENCARAGLIA

 

L’Associazione Italiana Teilhard de Chardin mi aveva incaricato di cercare di formare un gruppo dell’associazione in Toscana per far conoscere e diffondere il pensiero dello scienziato gesuita. Mario si iscrisse subito al gruppo, venne a un convegno nazionale dell’associazione e offerse  la sua casa per le riunioni che tenevamo, irregolarmente, ogni mese.  Credo gli piacesse di Teilhard la grande libertà con cui si rapportava con l’istituzione e con gli amici in genere (il suo epistolario è una parte non secondaria della sua opera), la grande considerazione per il genere femminile (diceva che nulla nel suo pensiero era nato senza una qualche influenza femminile), la passione con cui aveva sempre amato, pur contestandola, la sua Chiesa. Mario aveva una bella casa sulle colline sopra Forte dei Marmi dove era nato. La sua ospitalità era calorosa e allegra: riuniva persone che non si conoscevano fra loro ma conoscevano e amavano lui, per cui alla fine della prima riunione eravamo già tutti amici. Non parlavamo sempre e solo di Teilhard, ma di tante altre cose, di tutto quello che ci sembrava importante. Non riuscii a formare il gruppo dell’associazione perché lui venne a mancare troppo presto, ma non m’importa molto, certamente non quanto aver perduto un simile amico.

        

Donatella Coppi

 

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Da ligure oramai apuano, ho conosciuto don Mario ad un incontro per l’unità dei Cristiani a Carrara con la pastora Letizia Tomassone, e direi che lui dello spirito anarchico e libertario dei cavatori, pur essendo versiliese, aveva parecchi tratti: sagacia, ruvidezza e slancio per l’essenziale . Fu lui ad invitarmi ad un incontro al Convento San Domenico di Pistoia, facendomi strada col suo furgoncino Van blu elettrico.

Della sua essenzialità cito, ad esempio, che tornando da un incontro e riflettendo sulle diverse deficienze che affliggono da sempre la formazione dei seminari, alle mie osservazioni su questo o su quel tipo di approccio liturgico mi chiese a bruciapelo: sì ma per te Cristo chi è? Cioè non guardare tanto ai contorni ma vai al centro se vuoi essere serio.

Don Mario lo affianco a quegli uomini colti, preparati, amanti della lingua Volgare come don Raffaello di Sant’Andrea di Carrara o don Augusto della Perticata che ho potuto apprezzare in questi due lustri massesi.

Le messe a San Domenico con p. Alberto e i successivi incontri conviviali hanno avuto uno spessore di grazia e benedizione che ricordo e auspico per ogni cammino sinodale, nella speranza di trovare uomini liberi e intelligenti nella Chiesa italiana del nostro secolo.

 

Luigi Gavotti

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