Koinonia Agosto 2022


VANGELO COME RAPPRESENTAZIONE

 

L’amico Gianfranco Monaca, di Asti, ci fa avere un suo scritto (“Operazione plenilunio”), che sulle prime mi incuriosisce, ma che poi trova tutto il mio interesse. L’occasione per l’invio era la lettura di Koinonia di luglio, che da una parte induceva a fare memoria del biblista Pietro Dacquino, dall’altra suggeriva la comunicazione di questo testo. Mi chiedevo perciò quale potesse essere il collegamento: lì si parlava in effetti di una esistenza cristiana da riportare sul piano evangelico della fede e della vita; qui si racconta di un vangelo che prende corpo ed emerge nella sua potenza dirompente dentro le vicende umane,  che si ripetono  nel tempo e diventano storia. Proprio per questo valore narrativo, ho fatto presente a Gianfranco la possibilità di riportare il suo testo su Koinonia, appunto come “vangelo e rappresentazione”. La sua risposta è stata questa:

 

Caro Alberto,

Grazie per tutto, pubblicare su una tribuna come Koinonia è un grande successo.

Ti allego il testo in word, con l’avvertenza che è un testo aperto a possibili modifiche suggerite da successivi avvenimenti o/e riflessioni anche di amiche/i  (quelle evidenziate in giallo sono le più recenti ma non saranno le ultime; ad esempio la citazione alfieriana).

Pietro Dacquino, mio compianto prof di biblica (e di Luigi Berzano, che legge in Cc ), ha pubblicato molto dai salesiani di Leuman, poi la virata wojtyliana ha sepolto tutto. Lo dirò a Luigi Berzano e insieme faremo qualcosa. Intanto cominciamo così. Se ti arriverà qualche commento me lo farai sapere. Buona domenica. Gf

 

Il sogno per tutti rimane quello di un vangelo che innervi la nostra esistenza e vicenda umana dall’interno e non per  copertura religiosa. Per questo mi sembra importante che questa narrazione rimanga aperta  ad ogni ulteriore intervento: che si proponga come nucleo o matrice di un racconto che è la stessa nostra vita, come “compagnia teatrale” di fortuna insieme all’attore principale che è Gesù di Nazaret nella sua coabitazione tra gli uomini. Non più soltanto “sacra rappresentazione”,  ma testimonianza di vita vissuta nella condizione umana di tutti alla maniera di Cristo.

C’è come un invito ad essere rappresentazione vivente di “quinto evangelio” a cui partecipare  come interpretazione della nostra esistenza umana e storica  alla luce di colui che dice di essere ”la luce del mondo” da parte di quanti sono a loro volta sollecitati ad essere la “luce del mondo”. È una bella avventura che del resto stiamo già correndo. ma che è meglio correre con più consapevolezza e maggiore solidarietà.

 

ABS

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