Koinonia Giugno 2022


Prefazione di Romano Penna al suo libro

 

“BATTESIMO E IDENTITÀ CRISTIANA: UNA DOPPIA IMMERSIONE”

(San Paolo Edizioni, 2022, pp.272, € 22,00)

        

È possibile nascere una seconda volta? L’antica filosofia greca rispondeva positivamente con la teoria della metempsicosi o reincarnazione o palingenesi, che però a una nuova vita anteponeva la morte fisica. La domanda fu posta a Gesù da un capo dei Giudei, Nicodemo, che riteneva problematica l’affermazione sulla necessità di nascere di nuovo senza porre limiti di età (Gv 3,3-5). Il tema riaffiora con prospettive diverse in molti autori moderni: «Nascere non basta: è per rinascere che siamo nati» (Pablo Neruda); «Se una persona non rinasce, la sua vita resterà come un foglio bianco nel libro dell’esistenza» (Kahlil Gibran); «Nell’uomo avviene una doppia nascita: una prima volta nel grembo materno e una seconda volta nella libertà: l’uomo nasce una volta per sé e una volta insieme con gli altri» (Rabindranath Tagore); «Il compito fondamentale dell’uomo è dare alla luce se stesso» (Erich Fromm).

In realtà, l’affermazione di Gesù riguarda qualcosa che succede già in questa vita e comunque va ben al di là di una mera reimpostazione psicologica della propria identità al modo di una resilienza oppure del semplice conferimento di un nome. Non per nulla papa Francesco ha proposto di festeggiare la data del battesimo come un secondo compleanno. In effetti, quando l’apostolo Paolo parla del battesimo specifica che il suo effetto consiste addirittura nel generare un uomo nuovo. E questo è molto più che una rigenerazione intellettuale o morale. Semmai si possono richiamare alcune religioni misteriche dell’antico mondo greco-romano come i culti di Iside o di Mitra che parlano degli iniziati come rinati (ma in testi post-cristiani).

La nostra impostazione privilegia il significato etimologico del vocabolo battesimo nel senso proprio di immersione; dopo alcune precisazioni di base, ne studiamo le due componenti costitutive come sono esposte negli scritti neotestamentari, soprattutto dall’autore che lo ha maggiormente ripensato, cioè Paolo di Tarso. Si tratta, in concreto, di due immersioni complementari: una personale in Cristo e una comunitaria nella chiesa. In entrambi i casi il battezzato si ritrova ad essere connotato da una nuova identità, donata per grazia, che lo definisce con una immedesimazione al suo unico Signore Gesù insieme con una incorporazione nella comunità di quanti condividono la fede in lui. Ed è un’identità davvero originale, che va ben oltre l’informe ibridismo della cosiddetta società liquida odierna.

Per chi legge queste pagine è forse in gioco una semplice conferma oppure un’imprevista riscoperta, che potrebbero comunque giovare e che sono sicuramente auspicabili.

Romano Penna

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