Koinonia Giugno 2022


UNA CHIESA IN CAMMINO VERSO IL REGNO

 

[…] Nel corso del cammino sinodale la Chiesa fiorentina ha progressivamente fatto propria l’immagine di Chiesa delineata dal Concilio Vaticano II.

Essa ha acquisito una più chiara consapevolezza della sua missione: camminare verso il definitivo traguardo del Regno, quale segno e strumento di salvezza, confidando nell’azione dello Spirito Santo presente nella storia.

Il Regno, tema centrale nel Nuovo Testamento, dice con particolare densità i continui interventi di Dio «con gesti e parole intimamente connessi» [DV, 2.] che creano nuovi spazi di relazione e comunicazione tra gli uomini e con Dio. Una delle immagini usate dalla Scrittura per indicare questa presenza di Dio tra gli uomini è la Gerusalemme celeste  [Cfr. Ap. 21]. È l’immagine di una città dalle mura solide, con le porte sempre aperte e con un’unica piazza. Questa costituisce il centro vitale di incontro e di scambio tra gli uomini che stanno alla luce della presenza di Dio.

È un’immagine suggestiva quella della città armoniosamente aperta e comunicativa e Giorgio La Pira la applicava spesso a Firenze, città posta sul monte.

Il Sinodo in alcuni momenti ci ha fatto intravedere da lontano il bagliore della luce di questa città:

- la scelta di un cammino fatto di piccoli passi, tale da coinvolgere il maggior numero di persone possibile;

- l’attenzione ai luoghi concreti in cui si svolge la vita quotidiana, dalla casa, ai diversi centri di aggregazione e di ritrovo, dai luoghi di lavoro e di cultura, fino al carcere e alle strutture di assistenza;

- l’ascolto di ogni persona senza discriminazioni, anche di coloro che non condividono la fede cristiana o di chi la vive all’interno di esperienze diverse da quelle presenti in diocesi.

Tutte queste scelte rivelano il progetto della nostra Chiesa di porsi sotto l’azione dello Spirito al servizio di quella porzione di umanità presente nella città di Firenze, in ogni paese della diocesi, fino alla più piccola frazione, in cui Dio va facendo crescere il suo Regno, così che ogni spazio di convivenza e di comunicazione tra gli uomini sia il più possibile vicino a quella città presentata dalla Scrittura.

 

Una Chiesa tra comunione e, missione

La Chiesa cammina verso il Regno soltanto se vive una comunione la cui dinamica è la missione. La Chiesa infatti non esiste per se stessa ma è totalmente riferita a Dio e agli uomini. Il Sinodo attraverso uno dei documenti più importanti, «Evangelizzazione e sacramenti», ha cercato di superare la mentalità che considera separatamente la missione all’interno e all’esterno della Chiesa. La vita e la missione della Chiesa è una sola: la Chiesa, annunciando il Vangelo, dà testimonianza ed edifica se stessa e, edificando se stessa; si propone come annuncio di salvezza per tutti. .

 

 

Una Chiesa comunità eucaristica

Al cuore della missione della Chiesa c’è la testimonianza di una comunione ecclesiale. Il Sinodo ha messo in evidenza le difficoltà presenti nella nostra Chiesa per un’autentica testimonianza. È una Chiesa ricca di potenzialità, di doni e di ministeri, ma rischia la dispersione e la confusione. Un’autentica testimonianza implica invece una Chiesa che si raccoglie per divenire l’unico corpo del Signore, dove non vige la legge dell’uniformità, ma quella dell’unità nella diversità; cioè una Chiesa come comunione e comunità eucaristica. Infatti, per vivere la comunione che è dono dello Spirito, la Chiesa deve misurarsi sull’Eucaristia che rimane il culmine e la fonte di ogni sua azione.

La comunione ecclesiale esige un voler camminare insieme che, sebbene sia nelle intenzioni di tutti, comporta nella sua realizzazione concreta un progetto comune. Tale progetto, che ha come meta una Chiesa comunità eucaristica, pone nella giusta dimensione i suoi caratteri sociologici per lasciar emergere in ogni attività il volto autentico della Chiesa che è «spinta dallo Spirito Santo a cooperare perché sia eseguito il piano di Dio, il quale ha costituito Cristo principio della salvezza del mondo intero» [GS,17)].

 

Una Chiesa presente nella storia

Il Sinodo ha preso coscienza che la missione della Chiesa è vivere a fianco di ciascuno, di chi lavora e di chi studia, di chi produce tecnologia e di chi coltiva i campi, di chi vive in città e di chi vive nei paesi, di chi crede e di chi si mostra indifferente alla fede, ma coltiva valori umani.

La missione qui si fa capacità di ascolto e disponibilità al dialogo, possibilità di dare vita a, molteplici forme di presenza e di collaborazione nei diversi ambienti e contesti culturali. Il Sinodo è stato un momento favorevole per renderci conto che su questo livello della missione siamo superficiali e i tentativi che vengono fatti hanno ancora il sapore dell’improvvisazione. Siamo chiamati invece ad assumere un autentico spirito ecclesiale che significa:

- fiducia totale nell’azione dello Spirito presente nella storia dei nostri contemporanei;

- desiderio di condividere in profondità i problemi e le domande che gli uomini si pongono sul senso della vita, cercando di illuminarli dall’interno alla luce del Vangelo e aprirli così al dono della salvezza.

L’icona di Emmaus [cfr. Lc 24] contemplata all’inizio del cammino sinodale diventa l’immagine di una Chiesa missionaria che si fa compagna degli uomini per servire la loro crescita. Agendo così la Chiesa edifica se stessa come «sacramento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» [LG,1].

 

Dal Documento conclusivo del Sinodo (Cap.1, pp.19-23)

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