Koinonia Aprile 2022


“DON RENZO ROSSI: PRETE DI FIRENZE, CITTADINO DEL MONDO”

 

A nove anni dalla scomparsa Firenze ricorda don Renzo Rossi, il prete degli ultimi e dall’inconfondibile sorriso, attraverso l’ampia mostra fotografica a lui dedicata e ospitata (dal 19 marzo al 3 aprile) nel Chiostro Grande della Basilica della SS. Annunziata a Firenze.

Il percorso espositivo si sviluppa attraverso dodici grandi pannelli che espongono foto scattate da Don Rossi o da lui conservate e ripercorre il cammino di una vita passata sulle strade degli ultimi, dalle periferie fiorentine alle favelas brasiliane.

Le foto sono la vita di don Renzo, “orgoglioso di essere fiorentino”, con sullo sfondo la storia di Firenze e in gran parte del Brasile.

Quella di Renzo Rossi (1925-2013), sacerdote fiorentino amico di Giorgio La Pira, e da sempre accanto agli operai, ai prigionieri politici e ai poveri del mondo, è stata una vita densa di episodi significativi e fuori dal comune, un modello di carità cristiana senza confini geografici e politici.

La sua storia prende le mosse dagli anni della vocazione e del seminario nell’Italia degli anni Cinquanta, quando Rossi svolse attività pastorale nelle parrocchie periferiche della diocesi fiorentina (di Montelupo e San Gervasio) e iniziò ad assistere i lavoratori del Gas di Rifredi e quelli delle Ferrovie di Porta a Prato. Ed è ancora vicino al popolo lavoratore quando, nel 1958, la crisi della “Galileo” rischiava di lasciare a casa 900 operai.

Le immagini lo seguono poi nei suoi soggiorni in India, Mozambico e Brasile, dove avviò nel 1965 la missione della Chiesa fiorentina a Salvador Bahia. Proprio di questo periodo sono anche le numerose testimonianze del sostegno ai prigionieri politici durante la dittatura.

La mostra ripercorre gli anni più fecondi della comunità cristiana fiorentina, mettendo in luce il grande respiro internazionale dell’identità della città della quale don Rossi fu uno dei più importanti interpreti.

Don Renzo è di fatto un contemporaneo e sicuramente molti sono quelli che lo hanno conosciuto e che gli sono stati amici. Chiunque avesse l’opportunità di avvicinarlo, non poteva non diventargli amico e prendersi un benevolo “bischero” da quest’uomo “felice di essere prete” (anche se tutt’altro che clericale).

La mostra rende testimonianza dei rapporti di amicizia e di confidenza spirituale con tanti sacerdoti. Ci sono i suoi «fari» (il cardinale Elia Dalla Costa, don Bensi, don Giulio Facibeni), ma anche i suoi compagni di seminario, come don Lorenzo Milani di cui riteneva l’amicizia «una delle cose più preziose» che avesse. Senza poi dimenticare altri grandi protagonisti come Balducci e Turoldo.

Ci sono poi foto che riflettono anche le sue passioni quali lo scrivere e la bicicletta (da ricordare quella di fronte ai cancelli della Galileo e quella dove in salita stacca l’amico e compagno di seminario don Danilo Cubattoli, “don Cuba”, decano dei cappellani delle carceri d’Italia).

L’esperienza di don Rossi è raccontata anche nella biografia firmata dal giornalista Andrea Fagioli, nel libro, intitolato “Renzo Rossi, prete”, una narrazione che prende spunto dalla grande quantità di lettere, diari, documenti e fotografie lasciate dal “sacerdote degli ultimi”.

 

Maurizio Valleri

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