Koinonia Aprile 2022


CHIESE E RELIGIONI NELLA CRISI UCRAINA

Conferenza tenuta al Cipax – Centro Interconfessionale per la Pace

Roma – 3.3.2022

 

Dobryy vecher”, buonasera a tutte e tutti. Lo dico in russo perché in ucraino è differente. Noi questa sera facciamo un percorso storico (molto veloce, ovviamente), perché tutta questa storia, tutto questo background, alla fine grava sull’oggi ed aiuta a capire certi particolari importanti, anche per provare ad immaginare la pace. Dobbiamo cominciare nel 988 (cioè più di mille anni fa) quando il principe Vladimir I di Kiev si fa cristiano, perché i missionari, i marinai venuti da Istanbul (l’attuale Istanbul, all’epoca si chiamava Costantinopoli), attraverso il Mar Nero, poi risalivano il fiume Dniepr … Insomma, ha adottato il cristianesimo, legato a Costantinopoli (nel 988 Vladimir ottenne dall’Imperatore Basilio II la mano della sorella Anna, ma dovette accettare la conversione al cristianesimo di rito bizantino – ndr). E quindi (come si usava allora) tutti hanno dovuto farsi cristiani.

Passa un po’ di tempo, nel 1240 (quindi circa tre secoli dopo) i Mongoli-Tartari passano gli Urali, vengono nella Russia meridionale, arrivano in Ucraina, e allora molta gente scappa, e tra queste persone c’è il Metropolita di Kiev. Dove va? Va in varie città russe (non sto a dire tutte le città) ed ad un certo punto si fissa a Mosca: Mosca rispetto a Kiev è una città giovane, perché è stata fondata dagli Jurij Dolgorukj (Giorgio Lungamano) solamente nel 1147 (Kiev esisteva da secoli). Ebbene, ad un certo punto lascia il titolo di Metropolita di Kiev (che sta sempre in Russia) e si chiama Metropolita di Mosca. Intanto la Mosca politica (sapete la Mosca era allora divisa in vari principati (c’era Novgorod, Iaroslavi, Vladimir, …), e Mosca ad un certo punto riesce a diventare il centro (da coordinatore alla fine diventa quella che ha il potere). Ebbene, in questa situazione che cosa succede a sud?

Dall’Anatolia molti anni prima, cioè verso il 1070 (quindi siamo a mille anni fa), i turchi finalmente si affacciano su quella penisola. E nel 1070 con una grande battaglia battono l’Imperatore bizantino e cominciano l’occupazione dell’Impero bizantino nell’Anatolia. Pensate, hanno impiegato quattro secoli per arrivare a Costantinopoli. Andavano con calma, si fermarono per farsi un’idea tre anni da una parte, 10-20 anni dall’altra, con tutto comodo. Hanno fatto delle guerre, alcune paci, bizantini contro tutti e viceversa, ma alla fine i turchi ottomani arrivano a Costantinopoli, ed il 29 maggio 1453 prendono Costantinopoli. Quindi viene posta fine all’Impero Romano d’Oriente (quello d’Occidente era finito da tanti secoli, da mille anni). La conseguenza di questo fatto è enorme. Dovete immaginare che allora c’era anche la Cina, ma a noi non interessava. C’erano due Rome, la prima era posta sul Tevere, la seconda creata da Costantino nel 430 sul Bosforo: si guardavano, si confrontavano, si litigavano, si pacificavano. Erano le due Rome, e quando la Roma occidentale è finita era rimasta solo la seconda Roma, Costantinopoli.

Ma nel 1453 quella Roma finisce, cade. Sembra la fine della storia, allora un Papa, Paolo II, veneziano, ha un’idea: dobbiamo fare proseguire la dinastia. Siccome l’Imperatore di Costantinopoli, Costantino XI, che è morto sulle mura quel giorno fatale, aveva un fratello (ma non poteva regnare) ed aveva una nipote, la figlia di questo fratello che era nipote di Costantino XI, il Papa decide (pensa lui) di far sposare questa nipote, Zoe, con il Gran Principe di Mosca. Finalmente questa Zoe arriva a Mosca, ma invece di convincere il Grande Principe, Ivan III, di convertirsi dall’ortodossia, farsi cattolico, lei dice: no, rimaniamo ortodossi. Perché rimaniamo ortodossi? Qui bisogna tornare indietro.

Nel 1054 il cardinal Umberto di Silva Candida (nel luglio di quell’anno) depone la bolla di scomunica al Patriarca di Costantinopoli, Michele Cerulario. La gente pensò: è una delle solite liti che fanno i preti tra di loro, e la cosa non ha avuto peso. Ma durante la IV Crociata, nel 1204, gli occidentali (tra i quali i genovesi, tra i quali i veneziani, soprattutto i veneziani), andando verso Gerusalemme con le navi, si chiesero: ma perché non facciamo una sosta a Costantinopoli? Fanno una deviazione e prendono Costantinopoli, fanno una strage, depredano la città (molte cose che vedete a San Marco a Venezia sono state rubate nel 1204 dai veneziani, sono frutto di una rapina, diciamo di una Crociata, ma è la stessa cosa). In questa situazione la prima Roma è finita, secondo gli orientali, nella eresia del papismo. La seconda Roma, Costantinopoli, è finita in mano ai turchi. Ecco che nei monasteri russi, ortodossi, comincia a farsi l’idea che Mosca è la terza Roma e non cadrà mai. E quindi con questa idea di gloria, di trionfo, la terza Roma, Mosca, comincia a crescere, e sotto l’aspetto politico e sotto l’aspetto religioso, finché un secolo dopo Ivan Groznyj (Ivan il Terribile) batte per sempre i Tartari a Astrachan ed a Kasan (ad est di Mosca) ed il dominio, il giogo mongolico in Russia è chiuso. E quindi diventa Zar, Cesare. E il Patriarca? Devo diventare anch’io qualcosa, il Metropolita di Mosca chiede al Patriarca di Costantinopoli (in mano turca) di diventare Patriarca. E lui per forza deve dire di sì, perché non conta più niente, non ha più la libertà di prima. E quindi Mosca c’ha il Patriarca e lo Zar. Passa un po’ di tempo ed all’inizio del 1700 va al potere Pietro il Grande, il quale non vuole che la Chiesa si intrometta nelle cose politiche, nel governo. E che cosa decide allora? Quando muore il Patriarca Adriano (siamo all’inizio del ‘700) fa una cosa che voi occidentali certo non sapete: impedisce la scelta del successore. La santa Chiesa Russa rimane due secoli (non due settimane) senza Patriarca.

Quindi saltiamo questi due secoli. Che succede nel 1917, cioè duecento anni dopo? Succede che nel febbraio del 1917 c’è la rivoluzione borghese, quella di Karenski. La conseguenza della rivoluzione borghese del febbraio è che lo zar Nicola II deve dimettersi, e quindi la Chiesa Russa si trova libera improvvisamente. Nell’estate del 1917 fa un Concilio a Mosca e nomina (dopo due secoli) il nuovo Patriarca. Ma non hanno finito di dire il Te Deum che nell’ottobre va al potere Lenin a San Pietroburgo (che poi diventerà Leningrado e torna San Pietroburgo). E quindi il potere sovietico ha tanti problemi, ma vuole stroncare anche la Chiesa. Cerca di convincere il Patriarca a dire che i sovietici hanno ragione (lo Zar ormai è finito, è stato ucciso nel 1918). Lui resiste, forse è stato ucciso in carcere, ma quando muore nel 1925 al potere adesso c’è Iosif Vissanovi? Džugašvili Stalin, che impedisce la scelta di un nuovo Patriarca. E quindi la Santa Chiesa Russa rimane sbandata, perseguitata; sono uccisi vescovi, preti, e quindi una tragedia. Ebbene, quando comincia l’invasione nazista dell’URSS nel giugno del 1941, Stalin si rende conto dopo un po’ che l’URSS rischia di scomparire. L’URSS era nata non nel 1917 ma il 30 dicembre del 1922.  Stalin?vedendo che rischia la fine dell’URSS, chiede ai pochi Metropoliti rimasti (gli altri sono stati uccisi o inviati ai lavori forzati): dovete fare un appello al popolo ortodosso perché sostenga l’Armata Rossa (cioè l’armata comunista). E quelli lo fanno:  dobbiamo essere tutti uniti anche con i comunisti per combattere i nazisti. Per ricompensa di questo appello che è del 1943, Stalin permette la scelta del nuovo Patriarca. Da lì ci sono i Patriarchi diciamo moderni, dal 1943 fino ad oggi.

Durante l’URSS (adesso ci avviciniamo all’Ucraina) l’Ucraina è diventata un Esarcato (cioè una specie di super Diocesi), sempre legato a Mosca, e perciò il Metropolita di Kiev era parte del santo Sinodo di Mosca ma  aveva la sua autonomia e stava in Ucraina. Quando, nell’agosto del 1991 c’è il golpe in Russia anche Michail Sergeevi? Gorbaciov e l’8 dicembre del 1991 il Presidente dell’Ucraina, i responsabili della Bielorussia, il Presidente della Russia, decidono lo scioglimento dell’URSS. Io stavo là e sento al telegiornale che l’URSS è sciolta. Immaginatevi: è come se  stasera, adesso,  andiamo a prendere un aperitivo, accendiamo il telegiornale e sentiamo che è sciolta l’Italia, oppure è sciolta l’Europa. Capite che shock! Ebbene, in quell’interregno lì è nato un problema gravissimo, che io ritengo sia uno dei meriti storici di Michail Gorbaciov, e cioè c’è stato il rischio di una guerra civile nucleare, perché c’era chi non voleva (parlo dell’esercito) lo scioglimento dell’URSS e chi lo voleva. Voi capite bene la guerra nucleare? Una cosa spaventosa. E quindi Gorbaciov pur dicendo che questo è illegale accettò di dimettersi. Il giorno di Natale del 1991 io ero là e dal pennone del Cremlino tirarono giù la bandiera dell’URSS e misero su la bandiera della Russia (che è bianca, blu e azzurra, come quella della Francia, ma messa in orizzontale;  fu creata questa bandiera quando Napoleone nel 1812 osò prendere la Russia.

Loro contano quell’anno (che i francesi dicono della vittoria) la sconfitta, l’inizio della fine. La bandiera che era stata posta dopo la rivoluzione in un cassetto viene tirata fuori e comincia un nuovo tempo. Quindi le repubbliche sono indipendenti e tra esse l’Ucraina.  In Ucraina c’è qualcuno che dice: benissimo, adesso rendiamo la Chiesa ortodossa ucraina autocefala. Autocefala vuol dire indipendente, totalmente in se stessa, però in comunione eucaristica con le altre Chiese ortodosse, che in totale sono quattordici.  varie altre. Ma per avere l’autocefalia bisogna fare un processo. Il Patriarcato di Mosca si oppone: tu hai l’autonomia ma non l’autocefalia. Passano un po’ di anni ed arriviamo al settembre del 2018, quando il Patriarcato di Costantinopoli dice: io voglio dare l’autocefalia all’Ucraina. In Ucraina c’erano tre Chiese ortodosse:  la più grande, quella legata a Mosca (quella che ha il maggior numero di Vescovi, il maggior numero di parrocchie, il maggior numero di fedeli) rifiuta l’idea dell’autocefalia, mentre le altre due minoritarie accettano. Perché questa idea? La prima campana dice che a spingere il Patriarca Bartolomeo per creare l’autocefalia in Ucraina è stato Trump, Presidente statunitense, per attaccare anche su questo punto la Russia. Se noi facciamo un bel casino in Ucraina, la stacchiamo da Mosca. Il Patriarcato di Mosca dice: se tu fai questo fatto, cioè l’autocefalia, io rompo la comunione con te. È lo scisma! lo scisma in senso vero tecnico, teologico, è la rottura della comunione: io non voglio più fare la comunione con te, non entro più nella tua chiesa e tu non entri nella mia. Tre mesi di battaglia ed il 15 dicembre del 2018 a Kiev i rappresentanti di due Chiese minoritarie, malgrado le grida del Patriarcato di Mosca (e sotto la protezione del Presidente ucraino Porošenko, che ha favorito  questo scisma), proclamano la Chiesa ortodossa autocefala.

Questo spacca l’ortodossia, perché cosa fanno le altre Chiese ortodosse? Riconoscono questo o non lo riconoscono? Alcune stanno zitte, altre protestano, ma presente sempre ad al Fanar (al Fanar è la sede del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. A Istanbul il Patriarca Bartolomeo fa un lungo, bel documento, scritto in greco con tutti i geroglifici, in cui dichiara l’autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina. Ma questa Chiesa ortodossa ucraina è formata da due Chiese minoritarie, perché la maggior parte dei fedeli delle parrocchie dell’Ucraina fa parte della Chiesa ortodossa legata a Mosca. Quindi lo stesso Paese è diviso in due parti dal punto di vista ecclesiologico. E poi ci sono gli “Uniati”.

Per capire questo torniamo indietro di otto secoli. Siamo nel XIII secolo, Costantinopoli ha paura di finire e chiede aiuto. Nel 1274 il Papa Gregorio X convoca un Concilio a Lione, in Francia (il secondo, il primo era stato nel 1245) per rifare l’unità della Chiesa che si era spaccata nel 1054. In quel Concilio  i Greci pur di ottenere il favore del Papa che convochi una crociata per battere i Turchi,  accettano le tesi latine teologiche. Fatto questo i Greci dicono adesso i latini vengono, facciamo una bella Crociata e cacciamo i Turchi. Ma pochi anni dopo il Papa muore  e l’unione scompare. Passano due secoli e si ricomincia tutto daccapo. I Turchi sono alle porte di Costantinopoli, che facciamo?  Il nuovo Imperatore di Costantinopoli, Giovanni VIII, dice: dobbiamo avere l’aiuto dell’Occidente. Quindi l’Imperatore ed il Patriarca di Costantinopoli accettano di venire nel 1438 al Concilio di Firenze, che nel frattempo si era separato dal Concilio di Basilea. C’erano due Concili, uno che scomunicava l’altro, uno per il Papa uno contro. Quando arrivano da Costantinopoli arrivano a Ferrara sembra che sia scoppiata la peste e comunque vanno a Firenze. Nel 1439 il Concilio di Firenze decidono  la riunificazione della prima e della seconda Roma, e firmano i documenti. Ma appena tornano a casa i Vescovi greci (in particolare il Metropolita di Efeso) dicono: no, è stato tutto un imbroglio, ci hanno obbligato i latini a firmare le loro tesi sul papato; noi non lo riconosciamo. E quindi l’unione con la seconda Roma non viene pronunciata. Viene accettata solo dall’Imperatore di Costantinopoli nel dicembre del 1452 quando i Turchi stanno là, e quindi anche in quell’occasione l’unione non si fa.

Siamo nel secolo successivo, quando Mosca diventa Patriarcato (1589) i re polacco-lituani (che dominavano gran parte), lo favoriscono. Qui ci sono due storie: scisma o resurrezione? La tesi degli ucraini è che la maggior parte dei Vescovi ucraini liberamente, volontariamente, accettò il potere papale. Questa accettazione viene stipulata nel Patto di Brest-Listovsk del 1596. E così nascono le Chiese Uniate, di cui la più importante è quella ucraina. Questi cristiani mantengono i loro usi, la loro liturgia (che è esattamente come quella ortodossa), lo statuto del clero che ammette il clero sposato (ci si può sposare prima di essere ordinati; la maggior parte dei Pope adesso in Russia ed anche in Ucraina sono sposati);  ma questa tesi non è quella di Mosca. Mosca dice questo è stato un tradimento;  il papato ha fatto  questo per pugnalare alle spalle l’ortodossia. Visto che non riuscivano a convincere gli ortodossi (e soprattutto il clero ortodosso, e poi il Patriarca, e poi lo Zar russo), hanno cominciato ad erodere questo potere portandogli via l’Ucraina.  Ancora oggi (l’ho visto con i miei occhi) tra Uniati (cioè i greco-cattolici)  e gli Ortodossi a livello di clero c’è questa idea: voi ci avete pugnalati alle spalle (dicono gli Ortodossi), vi siete uniti al Papa. Noi (dicono gli Uniati) abbiamo difeso la nostra libertà di scelta; noi non abbiamo mai litigato con Roma. Gli  Uniati a volte sono stati alleati con il Papa, a volte con Costantinopoli, ma non c’è mai stata una scelta ufficiale di rottura. Quindi adesso in Ucraina ci sono tre Chiese,, di origine bizantina: la Chiesa Uniata (la sede era a Leopoli, adesso è a Kiev), 5 milioni di fedeli;  la Chiesa autocefala, proclamata da Bartolomeo e respinta assolutamente da Mosca; seconda Chiesa minoritaria; la Chiesa ortodossa ucraina legata a Mosca, la maggiore delle Chiese.

In questi è successa una cosa impensabile: la Chiesa ortodossa ucraina legata a Mosca comincia a spaccarsi. Il capo di questa Chiesa, il Primate della Chiesa ortodossa ucraina (quindi la massima autorità di questa Chiesa che è legato a Mosca) ha fatto l’altro giorno questo comunicato parlando della guerra: “Difendendo la sovranità e l’integrità dell’Ucraina, noi ci rivolgiamo al Presidente della Russia e gli domandiamo di cessare immediatamente la guerra fratricida. I popoli ucraino e russo sono sorti dalle stesse fonti battesimali,  dal fiume Dniepr (il fiume che  passa per Kiev): e la guerra tra questi popoli è la ripetizione del peccato di Caino,  (Caino perché ha ucciso suo fratello). Questa guerra non trova giustificazioni né davanti a Dio né davanti agli uomini”.

Invece il Patriarca di Mosca Kirill (che conosco bene e posso considerare mio amico) nella sua dichiarazione pubblica ha espresso ha espresso sofferenza per questa situazione, ma non ha mai nominato  né la parola invasione né la parola guerra. E del resto nella TV russa di questi giorni (io la vedo ogni giorno e si parla tutte le sere di questa cosa). Sapete come parlano loro? Parlano di  operazione speciale”. La parola “voyna”, che in russo vuol dire guerra, la parola “vtorzheniye” che vuol dire invasione non c’è, c’è questa “operazione speciale”. Oggi ho scoperto che due Metropoliti ucraini legati ad Onufryj (Onufryj è il capo della Chiesa ortodossa legata a Mosca), hanno rotto la comunione eucaristica con Kiev. Cioè quando pregheranno la domenica, quando c’è il momento in cui loro ricordano i loro fratelli, funzionava così: “preghiamo per il Santissimo Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, preghiamo per il Santissimo Patriarca di Antiochia …”. Se tu tagli questa preghiera è lo scisma. Bene, domenica prossima a Sumy (che è una grande città dell’Ucraina a nord) con quella preghiera non ricorderà il Patriarca di Mosca; quindi si è posto in scisma con il Patriarca. D’altro lato ci sono stati ieri ((l‘avrete visto sui giornali)  circa 240 preti (Popi) della Chiesa russa che hanno condannato assolutamente questa guerra, dichiarandola illegale e fratricida. Altri quattro Vescovi (ho qui i nomi) della Chiesa ucraina legata a Mosca si rifiutano di nominare Kirill nella liturgia. Non solo, altri due Vescovi chiedono un Concilio per dichiarare l’autocefalia. Ma se c’è un’autocefalia, allora, questo rivolgimento, potrebbe darsi che la Chiesa legata a Mosca si spacchi di nuovo, una parte sta con Kirill, una parte sta con Onufryj, metropolita di Kiev. C’è qui un dispaccio che dice che  a Leopoli (poi se sia vero o falso non lo so), la Chiesa “autocefala ha preso una chiesa perché era degli Ucraini legati a Mosca. Quindi si rubano le chiese, le parrocchie, le canoniche. Questa guerra,  a parte le conseguenze spaventose sulle donne, sui bambini, negli ospedali che abbiamo visto,  avrà in più (io credo, ormai è evidente) la spaccatura nella Chiesa ucraina.

Delle tre Chiese ucraine, mentre due sono forti perché dicono che gli invasori sono stati i Russi , la terza che è la più importante ed è la Chiesa legata a Mosca se si spacca cosa accade? Un pezzettino rimane legato a Mosca?  Noi siamo alla vigilia di un terremoto ecclesiologico tra la Chiesa ortodossa ucraina legata a Mosca, non reggerà, perché molti fedeli di questa Chiesa legata a Mosca ritengono che quello che ha deciso Vladimir Putin è illegale, sbagliato, crucialmente scandaloso e omicida. Quindi capite lo scontro. Noi adesso ci troviamo ad avere una situazione insurrezionale delle Chiese, cioè di opposizione alla Russia, e di opposizione anche al suo patriarca  Kirill che non ha condannato. Ha detto in generale che c’è stata questa cosa, è stato un terremoto, non è colpa di nessuno, non c’è la parola chiave che è l’illegalità di questa occupazione.

E quindi anche nella Chiesa russa, quella che sta di là, ad est, voglio vedere che cosa succede adesso. La Chiesa russa (ve l’ho detto) ha avuto una storia tragica. Per esempio bisogna ricotrdare quello che è successo sotto Stalin, quando  il Metropolita di San Pietroburgo fu mitragliato, una cosa tremenda. Ma quando si è ricostituita dopo la caduta dell’URSS, c’era un Patriarca amico mio, Alessio II che poi è morto, nel 2008; si trattava allora  di nominare il successore. Che cosa è accaduto? Un fatto ignoto, gli specialisti lo sanno ma la gente non lo sa. In Russia nel ‘800 c’è stato tutto un movimento guidato da un certo Commiano che diceva: ricordatevi fratelli quello che abbiamo fatto! E che cosa avevano fatto? Quando nel ‘400 hanno tradotto in staroslansk (cioè il vecchio slavo, quello che era in uso nella liturgia) nel Credo, non dicono mica “Credo la Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, dicono “la Chiesa, una santa”, ma non “cattolica”. Non dicono “katolik” ma “soborny”, una traduzione incredibile (sapete che in russo “sobor” vuol dire sia Concilio che cattedrale). Quindi una Chiesa “soborna” è una Chiesa piena  dello Spirito Santo, dove c’è tutto (Vescovi, uomini, donne, suore, religiosi, preti, diaconi),  non solo il clero. E quindi insieme si deve decidere.  Di conseguenza quando nel 2008 morì il mio caro amico Alessio II, nel Concilio locale (Concilio locale vuol dire tutto il Patriarcato che va oltre i confini della Russia, anche la Bielorussia, anche l’Ucraina, anche i Paesi Baltici – la cui parte ortodossa è legata a Mosca), sapete quanti furono quelli chiusi nel “Conclave”? 712. Nel Conclave latino ci sono 120 Cardinali, tutti eletti dal Papa. Lì invece ogni Diocesi della Santa Chiesa Russa ha mandato il Vescovo, più un prete (eletto dai preti), più un laico od una laica (eletto/a dal popolo). Quindi ogni Diocesi aveva tre rappresentanti in questo Concilio di elezione. E per essere eletti bisognava avere il 50% più uno. Kirill è stato eletto patriarca con poco più di 500 voti. Quindi quando si dice che la Chiesa russa è arretrata attenzione. Nel  Conclave non si è mai vista una donna. E tutti quelli che sono nel Conclave li ha messi il Papa. Nella Chiesa russa la maggior parte è eletta dalla gente. Questo per dirvi che  la definizione di Chiesa ”soborna”, piena di Spirito Santo, ha le sue conseguenze.

Ma quando c’è la guerra veramente diabolica come quella che è adesso in atto, come si traduce questa guerra nella Chiesa? È giusta? È sbagliata? Io che sto in Russia come la vedo? Io che sto in Ucraina come la vedo? Io sono ortodosso, tu sei ortodosso, siamo fratelli o siamo nemici? Quindi questa Chiesa ortodossa ucraina e russa è sfidata dal sangue di innocenti che scorre a Kiev ed in altre città.

Parliamo di Vladimir Vladimirovi? Putin. Voi vi chiedete: perché ha fatto questo? Dobbiamo ricordarci una cosa che non è un matto, è uno che fa politica, come la storia ci insegna. Quando ci fu la riunione delle due Germanie, nel 1990?  Gorbaciov l’approvò, e questa approvazione gli costò sangue, perché unire la Germania per la Russia era un problema storico. E quando cominciò lo spaccamento dell’URSS, il patto non scritto era che la Nato non si allargasse ad Est. La NATO è nata contro i comunisti dell’Est in  risposta al Patto di Varsavia. Il Patto di Varsavia (nato nel 1949) collegava tutti i Paesi guidati dall’URSS. La Nato (che è il Trattato del Nord Atlantico) era guidata dagli Stati Uniti. Il patto esplicito: quando noi molliamo, non è che voi vi allargate ad Est. Ed invece la NATO si è allargata ad Est. Non solo, anche l’Europa si è allargata ad Est, ma un conto è la NATO un conto è l’Europa. Per esempio, la Finlandia è nell’Unione Europea ma non è nella NATO. Quindi non c’è equivalenza, anche se spesso la testa della gente lo ritiene. Quando dopo la caduta dell’URSS è andato al potere Boris Nikoláevi? Eltsin, cosa è successo? Anche qui ci sono due tesi. Per i russi è un ubriacone che ha venduto la Russia all’Occidente, per gli altri è uno statista. È stato veramente un ubriacone, come l’avete visto. Comunque sia, quando lui si è dimesso ha chiamato a fare il Primo Ministro (e poi è stato eletto Presidente) Vladimir Vladimirovi? Putin. Ancora non sappiamo perché lui scelse questo signore che aveva fatto carriera nel KGB ed era colonnello del KGB nella Germania Est prima che cadesse. Perché lui ha scelto Putin? E Putin ha pensato: l’Occidente (cioè la NATO) e l’Unione Europea (che è quasi interamente, ma non completamente, in mano alla NATO) ci vuole rovinare. Infatti nella Nato (parlo della dirigenza) pensavano che con il crollo dell’URSS essi sarebbero rimasti l’unica superpotenza, quella che ha le armi atomiche. Prima c’erano l’URSS e gli USA, adesso ci sono solo gli USA;  l’URSS sono quattro straccioni ed è finita. Invece Putin ha rimesso in piedi la politica di potenza, ma in particolare (e questo vale per tutti i dirigenti politici) Putin non accetta (e non accetterà mai) che ai confini della Russia (quale l’Ucraina) ci siano i missili della NATO. Questo non lo accetterà mai. E quindi la trattativa futura (perché questa guerra tremenda finirà un giorno, si finirà per trattare, o tra di loro o con l’ONU si dovrà trattare per forza), se l’Occidente ritiene indispensabile mettere la clausola che l’Ucraina entri nella NATO, riscoppierà la guerra.

Secondo me  l’Ucraina dovrebbe avere una condizione di neutralità. Non dovrebbe entrare nella NATO, ma potrebbe entrare nell’Unione Europea. Il confine è labile, perché fra NATO ed Unione Europea c’è poca c’è differenza. Questa è l’Europa del futuro.  I  Russi in generale pensano che non sia immaginabile per loro la NATO lì al confine, con i missili. E si ricordano (e qualcuno tende a dimenticarlo) che nell’ottobre del 1962 quando John Kennedy, Presidente degli Stati Uniti, si accorse che a Cuba c’erano i missili sovietici (cioè a 200 Km), minacciò la terza guerra mondiale se Krusciov (Capo del Cremlino) non li portava via. Quindi bisogna ricordarsi la  storia. I Russi hanno una buona memoria: come mai per lui era legittimo dire che non potevamo mettergli i missili di fronte a casa ed è invece legittimo per lui porli in Ucraina?

Capite bene, questa questione rimarrà dopo questa guerra, e bisognerà porla. Io credo che l’Ucraina starebbe meglio facendo la trattativa. Quando stavo a Mosca, e c’erano poche cose, trovavi tutto nei negozi finlandesi. La Finlandia è stata bastonata dai sovietici, le hanno portato via un sacco di territorio, però che cosa doveva fare? Ha fatto buon viso a cattivo gioco. La Finlandia è oggi uno dei Paesi con il miglior tenore di vita dell’Occidente e del mondo. Bisogna operare così. Però hanno dovuto guardare ad Est, ad Ovest, fare affari, ma non entrare nella NATO. Naturalmente dopo questa guerra è un po’ difficile questo discorso, sicuramente. Ma coloro che pensano al futuro devono sapere (per fare le loro scelte, poi possono fare quello che vogliono) che la Russia si ricorda di Napoleone (e ne ha pagato il prezzo), si ricorda di Hitler (e ne ha pagato il prezzo), non vuole i missili di fronte alle sue porte, questo ricordiamocelo bene.

Ma c’è un altro problema, sempre sul fronte russo, che è nuovo. Quando io stavo a Mosca (trent’anni fa), non avevo il telefonino. Ma non solo io, non ce l’aveva nessuno, lo usava solo il KGB. Ma né la gente, né i giornalisti, avevano il telefonino, e quindi se la televisione diceva che oggi piove e noi vedevamo che c’era il sole, ci invitavano a star zitti. La verità per la televisione era quella. Qualcuno riusciva a sentire radio occidentali, ma era difficile. Adesso a Mosca è come qui, tutti hanno la televisione, tutti hanno il computer, tutti sanno, e quindi quando questa sera il telegiornale parlerà dell’operazione in Ucraina, milioni di russi sanno che è una invasione, sanno che è una guerra, perché sentono le televisioni occidentali. E cosa che prima non c’era, cominciano le manifestazioni in Russia contro Putin. Prima, trent’anni fa, non c’era niente di simile contro il regime, ma una volta caduto il regime si va avanti. Il fatto che ci siano nelle piazze gioventù, uomini, donne, intellettuali (che poi vengono arrestati), hanno  il diritto di manifestare, ma loro dicono che sono contro la pace e li arrestano. Questi arresti sono illegali secondo la Costituzione russa, ma li fanno lo stesso. Ebbene, questa cosa io credo che si diffonderà a macchia d’olio quanti più giorni durerà questa carneficina. Io credo che Vladimir Vladimirovi? Putin ha fatto un errore fatale. Non durerà, ma anche se durasse (anche cent’anni, sia ben chiaro) il prezzo che pagherà la Russia, che pagherà la gente … Non ci sono soldi, la valanga arriverà, ed anche i grandi miliardari hanno dei problemi. Questa posizione dall’alto e dal basso creerà problemi al potere sovietico. E questo perché molti Russi hanno parenti in Ucraina, nella parte orientale dell’Ucraina sono tutti Russi o russofoni, quindi è difficile per un ragazzo andare a far la guerra dalla Russia in Ucraina.

Andare in Afghanistan, quelli sono dei barbari dicevano loro. Ma qui sono fratelli, abbiamo fatto insieme la battaglia nella Seconda Guerra Mondiale, quindi l’humus della gente si rivolterà. Cioè Vladimir Vladimirovi? Putin poteva vincere dal suo punto di vista se in due giorni faceva tutto. Ma se tutto il mondo, tutte le televisioni (almeno quelle occidentali, ma anche in Africa) fanno vedere gli ospedali che crollano, … tutti si fanno un’idea molto precisa del potere russo, e quindi sarà difficile per i russi fare affari in futuro. Forse vinceranno questa guerra, ma perderanno la battaglia, la grande battaglia finale, perché può nascere il terrorismo, può nascere la guerriglia. Cioè l’idea di prendere l’Ucraina e possederla (l’Ucraina è grande due volte l’Italia, capite bene?) non va. Io credo che Putin anche se vince la guerra ha perso, è lo stop della sua carriera, perché la NATO si rafforza, l’Unione Europea non si è spaccata come lui pensava, e quindi avrà grandi difficoltà.

Che fare noi occidentali? Anche questo è un problema. Cosa facciamo? Armiamo l’Ucraina? Perché qui si apre un’altra questione: dopo cosa facciamo della futura Ucraina libera? La mettiamo nella NATO? Allora ci sarà una seconda guerra. Cioè si aprono problemi giganteschi.

 

Il discorso di questa sera, doloroso e dolente, è che la Chiesa ucraina legata a Mosca si sta spaccando, e la Chiesa russa avrà dei problemi, perché quando si riunirà il Concilio Episcopale Russo (cioè tutti i Vescovi russi) e dovrà discutere di questa questione, io non so se tutti saranno d’accordo con Kirill oppure no. Quindi si apre un periodo estremamente difficile e doloroso per la Chiesa, per la gente. Pensate che nella stessa famiglia la moglie stava con la Chiesa legata a Mosca, il marito con quella autocefala, gli altri con gli Uniati. La religione li divideva prima della guerra, sono stati i cristiani a dividersi, ricordiamocelo. Però adesso c’è questo fatto. Il Patriarca nel suo discorso dice: “Speriamo che non scorra sangue innocente”. Ma questo scorrerà. Quali sono le conseguenze, là a Mosca? Quali sono le conseguenze, là a Kiev? Quali sono le conseguenze qua, a New York, a Parigi, a Londra, a Berlino, a Roma? Tutti noi, per motivi diversi, siamo posti di fronte a problemi difficilissimi. Volesse il cielo che noi (parlo dei cristiani, quelli che sono rimasti, ma di tutte le Chiese naturalmente) riuscissimo con la nostra saggezza, con la nostra solidarietà, con la nostra intelligenza, ad indicare la via meno difficile (per quanto difficilissima) per arrivare alla pace. Se questa pace non ci sarà, la pagheremo tutti.

 

Luigi Sandri

 

* Carissimo Alberto, grazie sempre della tua preziosa carta-predicazione. Ti allego la conferenza di Luigi Sandri sulle chiese ucraine e C. Se ti servisse pubblicarla non c’è bisogno di chiedergli il permesso. Pace e gioia a voi tutti, anche se in esilio.

 

Gianni Novelli

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