Koinonia Gennaio 2022


SEMPRE A PROPOSITO DEL “QUARTO UOMO”

 

Caro Alberto,

         Amos Oz, il noto scrittore ebraico, nel suo “Cari fanatici”, racconta che, in uno scavo archeologico in Israele, fu trovata una tabella in creta risalente a parecchi secoli prima, in cui era incisa la frase: ”non causare sofferenza”. Oz sostiene che questa dovrebbe essere l’essenza della fede e del comportamento del popolo ebraico. È la versione, in negativo, del comandamento di Gesù: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Non ferire e amare sono gli antidoti alla violenza e oggi se ne fa un gran parlare, soprattutto in merito a quella che si perpetra contro le donne. Ma la violenza può essere ugualmente terribile anche se non conduce alla morte fisica.

Il quarto uomo dovrebbe porsi il problema di come fermare quella violenza subdola, malefica, onnipotente che si scarica sulla povera gente, sugli indifesi, sui meno preparati. Parlo di quelle forme di inganno truffaldino che girano in Internet, dove un inesperto si trova abbonato a qualche cosa che ha incautamente sottoscritto, schiacciando un bottone sbagliato, indotto in errore da messaggi incomprensibili. E parlo dell’impossibilità di uscire dal vischioso labirinto a causa di procedimenti che richiedono una conoscenza approfondita del mondo informatico.

Quanti sono stati raggirati da call center che martellano le persone a tutte le ore, sapendo, statisticamente, che uno su tanti ci casca? Quanti ultraottantenni si sono trovati ad aver sottoscritto un piano di accumulo per la vecchiaia? Non credi sia il caso che il quarto uomo cominci a darsi da fare per combattere queste ingiustizie che sono violenza? Ciao.

                                                                 

Flavio Bisson

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