Koinonia Luglio 2021


DA UNA INTERVISTA A MARCO VENTURA IN LETTURA.ORG

 

Prof. Marco Ventura, Lei è autore del libro Nelle mani di Dio. La super-religione del mondo che verrà edito dal Mulino: quale ruolo mantengono le religioni nel mondo attuale?

        

Il libro si occupa del triplice ruolo delle religioni nella costruzione della pace, dello sviluppo e del futuro. Ricorro in proposito alla metafora delle mani di Dio e ne individuo tre, una per ruolo. La mano armata è la mano delle religioni per la pace, la mano invisibile è la mano delle religioni per lo sviluppo e la mano aperta è la mano delle religioni per il futuro. Detto questo, è importante dire che se le religioni si candidano per questi tre ruoli sul piano della storia è perché esse svolgono altri tre ruoli sul piano dell’esistenza delle persone e delle comunità. Al triplice ruolo storico rispetto a pace, sviluppo e futuro corrisponde così un triplice ruolo esistenziale delle religioni rispetto a identità, fede e pratica. Le religioni danno anzitutto identità: anche a prescindere dalla nostra effettiva adesione a un credo, a una dottrina, a una pratica, soprattutto ora che siamo interconnessi su scala globale, ci diciamo musulmani, cristiani, hindu per tracciare una linea tra il noi e il voi, per aggrapparci a qualcosa di netto, semplice, e al contempo di sufficientemente indeterminato per contenere le nostre variazioni e le nostre preferenze. Infatti questo ruolo della religione è tanto più importante quanto più consente di coagulare intorno all’identità religiosa altre identità per noi preziose: siamo cristiani e italiani, siamo musulmani e arabi, siamo hindu e indiani; e ancora, siamo musulmani e sfruttati, siamo protestanti e imprenditori, siamo ebrei e perseguitati, siamo cristiani e anti-comunisti. Il secondo ruolo esistenziale delle religioni riguarda la fede. Anche senza appartenere a questa o a quella tradizione o comunità, troviamo nella religione un senso, un sentimento, una visione, una speranza, una relazione profonda con l’altro e con l’Altro. In questo secondo ruolo la religione come fede ci spinge oltre il visibile, oltre noi stessi, oltre ogni limite, verso l’altrove, verso il futuro. Anche in questo caso la fede offertaci dalla religione ci attrae per le sue definizioni, le sue certezze, le sue verità, ma anche perché misteriosa, ineffabile, infinitamente plastica. C’è poi un terzo ruolo. La religione offre anche pratica, per molti soprattutto pratica. La pratica della religione è strutturazione della condotta, stile di vita. Pensiamo al salat, le cinque preghiere giornaliere dei musulmani, oppure allo yoga e alla meditazione, o ancora alle abitudini alimentari e alle celebrazioni liturgiche o alla scansione del tempo attraverso i periodi e i giorni di festa. La pratica può anche prendere la forma della socializzazione, delle reti di solidarietà, della carità, del potere politico ed economico, e anche della lotta, dell’antagonismo e del conflitto. Questi tre ruoli esistenziali della religione contemporanea – identità, fede, pratica – possono coesistere o possono essere disgiunti, possono essere vissuti insieme come parte di un tutto, oppure possono essere sperimentati in modo confuso e volatile. In un modo o nell’altro è su di essi che si costruisce l’ambizione delle religioni a giocare i tre ruoli storici cui corrispondono le tre mani di Dio con riguardo alla pace, allo sviluppo e al futuro.

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