Koinonia Luglio 2019


TEOLOGI IN LIZZA SULL’AMAZZONIA?

 

È sorprendente lo zelo di Aldo Maria Valli nel raccogliere nel suo blog “Duc in altum” le varie voci che mettono sotto accusa l’Instrumentum laboris del prossimo sinodo amazzonico e di conseguenza – o in primis – Papa Francesco. Presentando ad esempio il contributo di dom Giulio Meiattini, monaco benedettino, ci anticipa che ”il documento contiene un radicale, profondo rovesciamento dell’idea stessa di Chiesa e di fede cristiana… Siamo oltre l’eresia. Siamo alla riduzione del cristianesimo ad antropologia, anzi a ecologia. Dunque siamo all’apostasia”.

Leggendo il testo del teologo Meiattini trovo questa affermazione, che forse è la chiave di tutta la sua lettura allarmata del documento. Egli scrive infatti: “Ma in mezzo a queste rigogliose e ridondanti analisi empiriche, che non dicono nulla di nuovo e che uno specialista potrebbe dire in modo migliore e più documentato, la persona di Cristo e il suo Vangelo scompaiono, letteralmente inghiottiti dalla lussureggiante foresta tropicale. A illustrare il rapporto fra fede e culture dovrebbe essere la classica cristologia espressa dai primi concili ecumenici, che affermano la trascendenza della Persona divina del Verbo rispetto alla natura umana che essa sostiene, assume e trasforma, non viceversa”.

A parte il tono ironico, tipico di atteggiamenti denigratori, ciò che sconcerta è l’affermazione secondo cui la cristologia classica affermerebbe “la trascendenza della Persona divina del Verbo rispetto alla natura umana che essa sostiene, assume e trasforma, non viceversa”. Come dire che nel mistero del Verbo fatto carne l’essere vero uomo è accessorio e ininfluente e che il suo agire non sarebbe “teandrico” - di Dio e uomo insieme - ma solo opera divina e quindi umana in apparenza!

In aperta polemica con dom Giulio interviene il suo collega Andrea Grillo, che nel suo blog - pur non segnalando questa svista - denuncia tutta una sua interpretazione unilaterale della fede cristiana, rivolgendogli infine queste parole: “Tu consideri ovvio che il documento preparatorio abbia creato divisioni a causa di una teologia addirittura non cristiana. Forse il difetto sta nel punto di vista. Sarebbe cristiano e pacificante solo un documento che fosse stato scritto integralmente in Europa e a Roma? La divisione ecclesiale non è forse il frutto di una lettura unilaterale con cui gli europei, da 5 secoli, con le loro categorie, hanno interpretato la vita cristiana della Amazzonia?”.

 

ABS

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