QUANDO LA PROPAGANDA E’ ILLECITA
Sui
biglietti degli autobus e sulle tessere mensili di abbonamento tramviario, a
Roma, si fa pubblicità per la festa nazionale dell’"Unità", che si
svolge all'EUR dal 30 agosto al 16 settembre.
Se
una simile iniziativa l'avessero presa i democristiani per la loro festa
dell'Amicizia, si sarebbe gridato allo scandalo: si sarebbe detto e scritto che
si usa e si abusa del potere per iniettare nel popolo un'ideologia di classe
(della classe dominante), per fare pubblicità secondo il cattivo gusto
importato dagli Stati Uniti, che si obbliga il pubblico - tutto il pubblico – a
vedere immagini e scritte che incidono sull'inconscio e condizionano
il.comportamento esterno della gente, che si usa in definitiva il potere in
modo arrogante.
Se
la stessa cosa l'avessero fatta i radicali, sarebbe stato ancor peggio: si
tratterebbe di una provocazione malignamente ricercata, di un'opera di
corrosione e di corruzione della sana coscienza popolare, ed un simile metodo
dimostrerebbe ancora una volta la protervia e l'amoralità di un
movimento-partito, che i veri democratici dovrebbero mettere al bando per la
sua demagogia parolaia, nonché per il suo rifiuto di spiegare la storia secondo
l'unica ed infallibile categoria della lotta di classe.
Se
si fossero poi azzardati a fare qualcosa di simile i socialisti, allora si
sarebbe davvero varcata la soglia di ciò che è tollerabile: intendiamoci, la
cosa di per sé non sarebbe tanto inaudita. poiché soltanto gli ingenui non si
sono resi conto da tempo della politica reazionaria impersonata dall'onorevole
Craxi e dai suoi seguaci; per “il partito della classe operaia", invece
non si tratterebbe che di un'ulteriore conferma, dal momento che da sempre esso
delineò e definì la vera fisionomia del primo governo italiano a guida
socialista, denunciandone di conseguenza la mistificazione anche ai sinceri
democratici degli altri partiti. Questo fatto, insomma, non sarebbe che uno dei
tanti aspetti della “strategia dell’arroganza”.
Ma
gli autori dell'operazione "propaganda dell'estate romana” sono i
comunisti, ed è per questo che essa deve considerarsi lecita e legittima: anzi,
chi si scandalizza non può che essere un fariseo. In fin dei conti la
pubblicità è stata pagata, e non c'è nessuna legge che ne impedisca tale uso
estensivo: vi sarebbe forse la morale pubblica, ma questa si invoca soltanto in
casi ben determinati e poi, è cosa risaputa, essa ha preso stabile dimora in
via delle Botteghe Oscure.
Il fatto è che io mi sento, a pensarci bene, uno di quei farisei di cui si diceva sopra e credo anche di esprimere l'opinione di altri farisei che non amano usufruire, pagando, di un servizio pubblico che suggerisca anche un'indicazione di partito (perché il servizio pubblico mal si concilia con il partito, che non è un ente di diritto pubblico): perché in tal modo si fa violenza a chi di questo partito non ne vuol sapere, ma è costretto a subirne la propaganda, dato che non gli è consentito nemmeno di scegliere tra un biglietto “onesto”, o “pulito”, ed uno con la pubblicità comunista.