
Sembra anacronistico tornare al detto di Gesù: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mc 12,17). Il fatto è che un chiarimento esegetico e teorico di queste parole non risolve una volta per sempre il problema storico, ed anche se diciamo di essere in era post-costantiniana e di post-cristianità, in realtà tutto sembra procedere come sempre: una svolta verso la “chiesa dei poveri” sembra esserci più che altro in senso inverso. E se in campo ecclesiale le campane suonano per il “trono e l’altare”, sul piano civile le trombe squillano per “Dio, Patria e Famiglia”.
Rimane vero che è proprio su questo punto - di un rapporto inedito chiesa-mondo - che si gioca il cambiamento epocale di una chiesa paga di rendere a Dio quel che è di Dio, ma che troppo facilmente si dispensa dal fare i conti con quello che è di Cesare, quando non soffra di cesaropapismo: una chiesa che non esercita più una potestà diretta sul mondo, ma che non ha smesso di proporsi come centro ed espressione di potere nei confronti del mondo. Tant'è che frammenti sparsi di chiesa a base di sola fede e non allineati al sistema è come se non esistessero; o si fa di tutto perché non esistano, per cui solo chi rientra nei quadri è accreditato e rappresentativo. È un confronto impari ma inevitabile!
È per questo che ci interroghiamo sulla intrinseca dimensione “storica” della fede, e nel nostro piccolo ci confrontiamo con gli scenari politici e culturali presenti, da abitare e da attraversare in una prospettiva evangelica che è per la “salvezza del mondo” e per una umanità redenta e liberata. Tutto questo non può rimanere nel cielo delle declamazioni liturgiche o dottrinali! Non c’è insomma che da rendere effettiva ed operante la vocazione di una chiesa “sacramento di salvezza” non in qualche iperuranio ma qui ed ora, non come messianismo temporale ma nella morsa del “già e non ancora” del Regno di Dio. Salvo restando che tutto questo rimane valido, alla sola condizione che si trovino operai per la vigna! C’è ancora una chiamata per tutti! (ABS)