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Nell'archivio delle vignette di Renato Scianò troviamo questa che ritrae mons. Paolo Andreotti, schizzata in occasione di una sua visita, durante la quale ci ha parlato della sua missione in Pakistan come Vescovo di Faisalabad. La riprendiamo quando siamo in procinto di fare memoria di lui - il 10 di luglio - con una celebrazione eucaristica presso la chiesa in cui è sepolto. BR> E questo perché - come lascia capire il fatto che il "Centro Koinonia" è a lui intitolato - non possiamo dimenticare che è stato l’ispiratore e il sostenitore della esperienza evangelica di base, che si è via via sviluppata attraverso la partecipazione spontanea di tanti ad una libera ricerca: semplicemente quella di convertirsi e “credere al vangelo”, per diventare discepoli di Cristo in questo tempo. Che è poi l'impegno di sempre a cui siamo dediti.
Per dare continuità a questo impegno in un momento di nuova ripartenza, non ci rimane che riandare alle radici del nostro cammino, non tanto come autorizzazione formale ad operare "extra claustra" - episodio passeggero ma decisivo ed emblematico - quanto piuttosto per lo spirito ed il coraggio che P.Paolo riusciva a trasmettere nei colloqui avuti con lui per maturare insieme una scelta di vita pastorale, quasi volesse renderci partecipi della sua lunga esperienza di missione in Pakistan e impiantare anche qui una "chiesa dei poveri" o "chiesa dalle genti" che egli aveva a cuore: là dove i destinatari del vangelo diventano i protagonisti del Regno nel mondo, grazie soltanto alla semplicità della fede.
Se questo è il filo conduttore del nostro cammino, non è per nostalgia o per accreditarci che evochiamo in qualche modo il passato, ma è perché non venga disperso, e soprattutto perchè sia ancora motivo di forza e punto di appoggio per continuare ad operare nella stessa linea. Che è quella della speranza!


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