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È l’immagine - evidentemente datata - di Paolo VI che consegna a J.Maritain il messaggio per “Gli uomini di pensiero e di scienza” a chiusura del Concilio l’8 dicembre 1965. J. Maritain peraltro era stato l’estensore del messaggio rivolto aI “Governanti”, consegnato ad alcuni diplomatici, tra cui l’Ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede Barone Poswick:le risposte che questi due protagonisti hanno poi dato personalmente al Papa sono significative di un clima e di una scelta della Chiesa di misurarsi col mondo. Il riferimento è a solo due dei 7 messaggi con cui Paolo VI ha voluto consegnare il Concilio ai Governanti, agli Artisti, agli Uomini di pensiero e di scienza, alle Donne, ai Lavoratori, ai Poveri e coloro che soffrono, ai Giovani, rappresentati da Giuseppe Ungaretti, Donna Laura Segni, Armando Cagno, Franco Politi e Eusebe Adjakpley.
Il ritorno a questo momento è forse dovuto anche al fatto che, essendo presente quel giorno in Piazza San Pietro, lo vissi come il più significativo: dopo che il Vaticano II si era aperto col Messaggio dei Padri al mondo, ora si irradiava sul mondo con questi altri messaggi, a significare che, a parte i tanti aspetti del Concilio che hanno ricevuto successivamente attenzione e sviluppi, la sua dimensione di “messaggio”, rimasta in ombra, è tutta da far emergere, soprattutto per evidenziare la sua valenza "politica": il messaggio ai Governanti è indicativo di una presenza nuova della chiesa nel mondo, appunto evangelicamente "politica". Questo ritorno al Concilio come "messaggio" sembra opportuno in un tempo di vuoto nel governo del mondo, mentre la presenza di una chiesa non può essere delegata a partiti e movimenti vari a denominazione “cattolica”, ma deve scaturire dal suo stesso modo di stare al mondo: e quindi dalla coscienza messianica di un nuovo Popolo di Dio! Ed è a questa maturazione che continuiamo a guardare nel nostro esodo! (ABS)



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