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Il disegno di Bruno Antonello risale al 1984 ma parla anche del nostro oggi, che pensavamo non dovesse essere come ieri, nella speranza che non diventi il nostro domani. Ma tant'è, e nell’immediato non possiamo sottrarci alla violenza omicida da parte di quanti sono figli di colui che “è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44).
Se davvero vogliamo sconfiggere questo nemico che ci abita e si fa principe di questo mondo - quindi eliminare la guerra alla radice - è necessario pensare, preparare, imparare, costruire la pace, senza enfasi e mistificazioni ma con tutto il realismo e la verità che il vangelo ci insegna: “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione” (Lc 12,51). L’immagine ci presenta colui che “è la nostra pace” (Ef 2,14), che ci vuole dietro di sé sulle vie della pace non solo sognata o declamata, ma sofferta e cercata a caro prezzo. Ecco alcune altre parole che fanno capire come si tratta di un’ottica del tutto diversa, ma non estranea alle nostre vicende: “Quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo” (Lc 14,31-33).
Quello che viene detto dei rapporti interpersonali non dovrebbe valere evangelicamente anche per le relazioni tra popoli e nazioni? Ma, se non possiamo aspettarci questo dai dominatori di questo mondo secondo una logica perversa di dominio in cui si rimane coinvolti con inganno, dove sono i cristiani e le chiese come alternativa? È chiaro che essere "operatori di pace" è intrinsecamente una vocazione comunitaria evangelica ed ecclesiale da maturare, da vivere, da testimoniare all’interno stesso della Eucarestia “mistero della fede”, che ne è la fonte e la sede naturale da cui non si può prescindere. Se davvero vogliamo generare pace nel mondo prima ancora di tante guerre da estirpare, forse dobbiamo rendere feconda la nostra fede, quella che vince il mondo!



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