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Come mai questo particolare del Beato Angelico dalla Predella dell’’Incoronazione della Vergine" (1434-35) che è al Louvre? Il fatto che illustri l’apparizione dei santi Pietro e Paolo a san Domenico - si veda in IV di copertina – potrebbe far pensare ad un interesse domestico di matrice domenicana. In realtà tutto nasce dalla consueta attenzione al problema di fondo della evangelizzazione e da come viene diversamente affrontato. Nel tentativo di mettere a fuoco in proposito la linea in cui si muove da sempre Koinonia, è sembrato significativo fare ricorso alla distinzione di 1Cor 1,17 tra “battezzare” e “predicare il vangelo”, che porta alla ripresa della predicazione come funzione primaria e fondativa per la nascita di chiese, e non più come attività accessoria e integrata di conservazione dello status quo.
Di qui alla storia il passo è stato breve: per ricordare che c’è stata un’epoca segnata dall’evangelismo e dalla nascita degli Ordini mendicanti con il rilancio della predicazione del vangelo come metodo e stile di vita. È appunto il tempo di Domenico e di Francesco: se quest’ultimo è l’emblema della vita secondo il vangelo, il primo è il modello del servizio del vangelo come ministero della Parola, ed è il Padre dell’Ordine dei Predicatori! Figure da tenere sullo sfondo o profeti che ci aprono il futuro?Ecco perché il ricorso all’immagine dell’Angelico come richiamo ad una narrazione della vita di Domenico e di conseguenza il riferimento al Giubileo per il centenario della sua nascita oramai alle porte. Il messaggio del Maestro generale dei Domenicani invita a celebrarlo “non con spirito di archeologi e nemmeno con spirito apologetico e di auto-glorificazione”, ma questo lo fa dopo un lungo programma di celebrazioni, lasciando a noi l’iniziativa “di riflessione e attenzione ai segni dei tempi e alla rilevanza della vita e all’eredità duratura di S. Domenico”!


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