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Il momento critico che la chiesa sta attraversando può trovare nelle parole di Gesù a Simone la sua chiave di lettura: siamo in una situazione nuova, che richiede discernimento e confronto, ma anche decisione e azione!
La scomparsa di Benedetto XVI, oltre all’enfasi celebrativa e al “Santo subito”, ha provocato una vera e propria esplosione ratzingeriana come fronda anti-bergogliana: segno evidente del negazionismo anti-conciliare coperto dalla presenza del Papa emerito, frenante ma al tempo stesso orientativa. Vuol dire che se da una parte è stata gettata la maschera, dall’altra si impongono precise e pressanti responsabilità di non contentarsi di pronunciamenti critici, ma di interrogarsi sul proprio modo di essere “conciliari”, in maniera meno ideologica e più costruttiva: non portando avanti singole battaglie di bandiera, ma sapendo di dover sostenere una guerra a tutto campo.
Non basta più un'adesione di massima e di comodo alla linea conciliare, per poi abbandonare il campo quando l’impresa si fa impegnativa. A questo punto ci vuole convinzione, scelta, decisione e perseveranza, non illudendosi o presumendo che una causa giusta si faccia strada da sé per automatismi, così come spesso è successo.
Non a caso ci siamo detti che il Vaticano II rimane una vocazione per la chiesa, nonostante conflitti, abbandoni e resistenze. Ora siamo chiamati in causa direttamente in modo che il "sì" al Concilio abbia lo stesso peso del "no" più o meno larvato. Il nostro handicap è quello di esserci sempre mossi nella linea del Concilio, subendone spinte e contraccolpi: ora si richiede di uscire da un impegno generico per farsi carico e dare corpo ad una coscienza di chiesa aperta e interattiva rispetto allo stato della fede nel mondo.
L’illustrazione di Renato Scianò sta a dirci di riprendere il largo e di gettare le reti nuove del Vaticano II unitamente a Papa Francesco, con lo stesso coraggio che la chiesa intera ha avuto 60 anni fa. Contrariamente a quanto si possa pensare, non si è trattato di diversivo o di divagazione pastorale, ma del compito serio di ridirci e ridire il vangelo.



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