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Attraverso particolari del fregio robbiano dell’Ospedale del Ceppo a Pistoia - dedicato alle Opere di misericordia - e del fregio del Partenone di Atene - dedicato alla dea Atena - sono messi a confronto due mondi di cui peraltro facciamo parte: quello della cultura classica e quello della fede cristiana. Ma perché riproporre simile confronto tra due civiltà tanto omogenee nella forma quanto radicalmente differenti nella sostanza?
Il suggerimento nasce dal fatto di stare a Pistoia, città proclamata per il 2017 “Capitale italiana della cultura”, e quindi dall'interrogativo che ne deriva anche per noi: prendere parte a qualcuna delle numerose iniziative e manifestazioni previste? Rimanere al di fuori e lasciare che tutto faccia il suo corso in senso celebrativo? Porsi qualche domanda che vada al di là della circostanza che la provoca?
E precisamente riguardo alle tracce di una “civiltà cristiana” che sembra innervare e attraversare la storia e la cultura di una città come Pistoia, ma che potrebbe ritrovarsi omologata e appiattita su schemi e intenti culturali che neutralizzano la sua specificità evangelica. Avremmo cioè una “cristianità” secolarizzata in nome della cultura, quando invece la Chiesa stessa sta soffrendo le doglie del parto per rigenerarsi e svincolarsi da strutture ed eredità tanto qualificanti quanto penalizzanti ai fini di una autenticità evangelica.
Di qui la necessità di un riposizionamento critico che condivida in pieno valori culturali innegabili, ma sappia anche salvaguardare le distanze e ritrovare la fecondità di quella radice di fede, che ha prodotto tanti beni culturali. Ecco allora perché il Partenone: per ritrovare Paolo che parla agli ateniesi nell’Areopago, con un discorso che non vale tanto per gli altri quanto per se stesso. E cioè per un modo nuovo di annunciare il vangelo!


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