Koinonia Novembre-Dicembre 2021


“Manifesto” di domenicani di ieri per il centenario di S.Domenico

 

FRATI PREDICATORI AL SERVIZIO DELLA CHIESA DI OGGI

 

Tra il mondo e Dio

1. Siamo partiti da una semplice costatazione: noi non viviamo abbastanza la “comunione con questo mondo”, come parte della nostra obbedienza al Signore e della nostra docilità alla Chiesa. Dobbiamo ascoltare il mondo prima di volergli parlare, non per trovare innanzitutto il suo punto debole, ma per scoprire una base di dialogo. Poiché noi siamo convinti che, da parte sua, possono pervenirci parecchie intuizioni, critiche, richiami alla serietà e alla responsabilità, che sono altrettanti richiami del Signore. Per questo, noi riconosciamo l’importanza di un contatto sufficiente col mondo profano, l’utilità di una presenza più spinta nel cuore delle masse, perfino la legittimità dell’esistenza temporanea di una professione secolare.

2. Nel medesimo tempo, noi consideriamo come non meno importante, secondo la nostra vocazione, avere il coraggio di giudicare ed anzi di contestare, la realtà del mondo di oggi, appoggiandoci sul Vangelo, che è per noi la prima istanza da ascoltare. Ciò deriva dal ruolo profetico che il Fondatore ci ha affidato. Nulla dovrebbe caratterizzarci meglio che l’indipendenza nello Spirito nei riguardi del mondo e dell’epoca.

3. L’approccio profetico al mondo richiede, per essere veramente portatore di salvezza, che noi stessi siamo passati attraverso l’incontro purificatore, a volte sconvolgente, col Signore; richiede, insomma, la conversione del cuore dell’apostolo. Se noi abbiamo perduto in gran parte la nostra credibilità nei riguardi del mondo, ciò non dipende solo da un linguaggio a volte superato e poco intellegibile per l’uomo d’oggi. L’elemento decisivo è una mancanza d’essere ad un livello più profondo. Spesso ci siamo appropriati della verità con uno spirito possessivo, come se fosse una cosa che si può “avere”  senza viverla e non un valore che domanda l’abbandono. Spesso il nostro impegno per la causa della Chiesa era più ispirato da uno spirito di corpo, che da uno spirito di fede nutrito da una preghiera continua.

 

Pregare

4. L’esigenza della preghiera è fondamentale. L’Ordine non sfugge alla crisi generale della preghiera di cui soffre la Chiesa tutta intera. Di fatti, per assicurare il legame tra l’approccio a Dio e l’approccio al mondo, dobbiamo vivere una forte spiritualità. È il motivo per cui la vita conventuale deve favorire la ricerca di Dio, attraverso la sua struttura e il clima di raccoglimento, che essa fa regnare attorno a noi. In certe province si manifestano i primi segni di un rinnovamento della preghiera tra i giovani. La questione è di sapere se ci si renderà conto in tempo delle esigenze di una reale vita di preghiera: l’umile perseveranza che rifiuta di seguire l’umore e la sensibilità personale, il coraggio di sopportare il faccia a faccia prolungato col Signore, la coscienza dell’importanza decisiva di questo tempo apparentemente perduto.

 

Essere poveri

5. Una riflessione più spinta sul ruolo della povertà interiore nel rinnovamento della Chiesa e dell’Ordine ci porta a considerarla come un passo decisivo. Questa povertà, infatti, permette un ringiovanimento alla radice stessa della nostra vita, cioè al livello della fede. Essa rende possibile un abbandono senza reticenza alla persona di Gesù. Questo spogliamento è d’altronde necessario per rifare l’unità interna della Chiesa. Il distacco interiore c’impedisce di chiuderci a ciò che è valido in posizioni anche opposte tra loro. Il cammino è aperto alla sintesi di domani, sotto l’impulso dello Spirito.

 

Il rinnovamento teologico

6. Il rinnovamento spirituale nell’Ordine non si compirà senza un rinnovamento della teologia. Tutti ci siamo trovati d’accordo su alcuni elementi di questo rinnovamento teologico: un pensiero profondamente biblico, un approccio esistenziale, la riscoperta dei valori caratteristici dell’Ortodossia e della Riforma, l’accoglimento dei valori terreni, una liturgia che inserisca di più i misteri nella vita. La Chiesa attende una sintesi teologica che assuma queste ricchezze. A nostro parere, il pensiero di San Tommaso potrà giocare un ruolo decisivo nella elaborazione di questa sintesi. La sua dottrina sull’analogia, tra le altre, contribuirà a farne una teologia nel pieno senso della parola: una riflessione credente che, attraverso l’opera della salvezza, giunge fino a Dio stesso per farne il suo oggetto primo. Sarà necessario, per converso, evitare alcune lacune del passato: una teologia separata dalle sue sorgenti bibliche e contemplative, troppo caratterizzata da una tendenza al razionalismo; un pensiero soddisfatto di sé e che ha finito per formare uno schermo tra il credente e il mondo. Noi siamo convinti che quest’opera di rinnovamento teologico, anziché restare l’affare di alcuni specialisti, deve farsi nel cuore dell’Ordine e al centro della formazione domenicana. Non si può mettere in dubbio che l’approccio caratteristico delle scienze dell’uomo come i dati che esse ci trasmettono, nutrono ampiamente la nostra intelligenza teologica sull’instaurazione del Regno in questo mondo. Ma la tendenza, esistente da qualche parte, a mettere al centro della ricerca le scienze umane, la sociologia e le tecniche psicologiche, ci sembra opposta all’ispirazione profonda dell’Ordine. Se è vero che l’Ordine non può rinnovarsi nella pienezza della fede senza l’aiuto di una teologia strutturata ed esercitata in un clima di contemplazione, converrà che i nostri studenti non siano senz’altro dispersi in istituti teologici differenti, spesso essi stessi in istato di crisi. La volontà di ritemprare la nostra vocazione di predicatori della fede reclama piuttosto la raccolta dei giovani in centri di formazione appropriati.

 

Il servizio profetico

7. La ripresa del ruolo profetico dell’Ordine (predicazione e teologia) ha una dimensione ecclesiale che le è essenziale. La Chiesa per noi non è innanzitutto un insieme di strutture e d’istituzioni, ma una pienezza che le colma, pur oltrepassandole. Ma occorreva anche sottolineare l’elemento strutturale, inalienabile di questa medesima Chiesa. Ciò che lo Spirito suggerisce al corpo nel suo insieme, ciò che noi vogliamo tradurre della sua opera tra i fedeli e in noi stessi, attende la sua autenticazione dal Magistero. Noi ci troviamo qui davanti all’autorità del Cristo trasmessa agli apostoli sotto la direzione di Pietro. Fin dalla nascita dell’Ordine, l’esercizio della predicazione è stato legato in maniera tutta particolare al Magistero supremo della Chiesa. Appartiene alla tradizione dell’Ordine associare all’obbedienza al Magistero una perfetta libertà all’interno della fede ed una completa franchezza di parola.

 

Verso l’avvenire

8. Noi riconosciamo che la Costituzione Fondamentale è l’espressione vera e quindi sempre valida della vita domenicana, nella sua dimensione al contempo personale e comunitaria. Noi vediamo in questo documento un criterio d’autenticità, una garanzia di continuità col Fondatore e con le generazioni domenicane che ci hanno preceduti. L’insieme delle Costituzioni è per noi una guida pratica che ci conferma che siamo nello spirito di un aggiornamento coraggioso e fedele, tale quale la Chiesa lo vuole oggi dall’ Ordine, al fine di trovare l’agilità apostolica dei primi tempi. Ci dispiace che non sia molto facile trovare riunite nei nostri conventi anche le sole condizioni di vita presupposte dalla Costituzione Fondamentale.

9. Malgrado la difficoltà nella quale si trova l’Ordine, noi conserviamo un’attitudine di speranza nei riguardi del suo avvenire. Più una crisi è profonda, meno ci si può soddisfare di risposte troppo umane, che rappresentano l’affermazione di sé più che l’obbedienza al Signore. Così lo spogliamento interiore si dimostra più urgente che mai. Grazie ad esso noi discerniamo la maturazione dei problemi e le possibilità concrete di riuscire. È essa che assicura la libertà spirituale richiesta per attendere con pazienza l’ora del Signore, per agire non appena il momento propizio sia venuto.

 

R.Oechslin - Enrico Rossetti - V.Walgrave

In Presupposti del rinnovamento domenicano

Edizioni San Sisto Vecchio - Roma  1974

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