Koinonia Ottobre 2021


REMINISCENZE DI DISCEPOLO

           

Parlare del domenicano p. Antonio Lupi è al tempo stesso facile e difficile. Facile perché basta fermarsi con la mente su questo nome perché affluiscano i ricordi, i sentimenti, le emozioni suscitate dagli incontri con questo sacerdote e che si affollano subito per essere espressi, manifestati. Difficile perché si rischia di farne un santino che del resto già esiste, voluto, progettato e scritto da lui,  con sul fronte un’immagine del mare con degli scogli e la citazione da Mt 7,24, “Chi ascolta la parola di Dio è come l’uomo prudente che ha fondato la sua casa sulla roccia”, e sul retro la scritta “P.Antonio Lupi O.P. Sacerdote da venticinque anni trema e ringrazia il Signore e quanti, nel nome di Lui, ha incontrato. Debitore verso tutti, spera che lo Spirito Santo gli darà forza per amare e servire i fratelli fino all’ultimo giorno”.

Credo che sintesi migliore dell’essenza profonda e dello spirito che animava questo sacerdote non potrebbe essere scritta, il costante dono di sé, a partire dall’impegno a soccorrere e portare conforto ai feriti e a chi aveva perso casa e familiari durante i bombardamenti su Firenze nell’ultima guerra. Continui e numerosissimi i suoi impegni nei vari incontri, conferenze, iniziative varie, l’attività come cappellano della F.U.C.I. (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), dove lo conobbi, la predicazione in occasione di ritiri spirituali da lui animati. In ultimo l’impegno come missionario in Brasile, dove trascorse alcuni anni. Per gravi motivi di salute decise di tornare in Italia. Dopo meno di un mese di permanenza nel suo Conventino delle Caldine volle tornare in Brasile per, disse, riordinare un po’ carte e documenti vari; poi sarebbe rientrato in Italia. Ma invece... la morte il 5 settembre 1976 a Goiânia. Lasciando quanti l’avevano conosciuto, seguito e amato e facendoci sentire davvero orfani.

A volte recava sul volto i segni di un profondo dolore per quanto stava vivendo o aveva appena vissuto come in quella domenica mattina alla Messa in San Marco in cui iniziò l’omelia dicendo: “Stamani ho voglia di pregare e di bestemmiare. Stanotte ho accompagnato una giovane mamma a lasciare questo mondo; una donna giovane che lasciava due bimbi”. O il dolore per quanto accadeva intorno a sé all’interno stesso della Chiesa, come nella vicenda dell’Isolotto.

Aveva il dono della parola che si fa kerigma e didachè, annuncio quando proclamava con particolare forza e intensità la Parola di Dio come a volere che s’incarnasse in chi l’ascoltava, diventasse vita vissuta; insegnamento quando la spezzettava, la sminuzzava non certo per sminuirla o immiserirla, ma per renderla accessibile a tutti indipendentemente dal proprio percorso spirituale e culturale.

Nel 2014 è apparso in libreria il volume “Amare infinitamente” (1), l’Epistolario (1938-1939) intercorso tra il giovanissimo seminarista domenicano fra Antonio Lupi e la ventitreenne Tilde Manzotti. Ambedue affetti da tubercolosi polmonare, lei in forma assai più grave, si trovavano per un breve periodo di riposo e convalescenza ospiti di un convento di suore domenicane a Covigliaio nei pressi del passo della Futa. Tilde, profondamente religiosa era alla ricerca di risposte che la sua anima non riusciva a trovare neanche nella fede: aveva infatti passato un periodo di profonda crisi spirituale convinta che la fede fosse illusoria e incapace di dare risposte alla sua anima assetata di verità. Fra  Antonio Lupi intuendo la viva intelligenza e l’anelito profondo alla ricerca dell’incontro con Dio della giovane, riuscì piano piano a riportarla a una fede più matura e di completo abbandono alla volontà del Signore. La loro singolarissima intesa spirituale sfociò, terminato il periodo di Covigliaio, in uno scambio di lettere durato due anni fino al 1939, anno della morte dell’appena ventinovenne Tilde alla cui breve esistenza pose fine un ennesimo più violento attacco del male. (2)

 

Angelo Caligiuri

 

(1) Amare infinitamente. Epistolario 1938-39, a cura di Elena Cammarata

Edizioni Città ideale, pagg. 200, € 15,20.

(2) Il processo di beatificazione di Tilde Manzotti si è concluso nel 1999          .       

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